L'assenza dondola nell'aria
come un batacchio di ferro
martella il mio viso martella
ne sono stordito
corro via l'assenza m'insegue
non posso sfuggirle
le gambe si piegano cado
l'assenza non è tempo né strada
l'assenza è un ponte fra noi
più sottile di un capello più affilato di una spada
l'assenza è un ponte fra noi
anche quando
di fronte l'uno all'altra i nostri ginocchi si toccano.
martella il mio viso martella
ne sono stordito
corro via l'assenza m'insegue
non posso sfuggirle
le gambe si piegano cado
l'assenza non è tempo né strada
l'assenza è un ponte fra noi
più sottile di un capello più affilato di una spada
l'assenza è un ponte fra noi
anche quando
di fronte l'uno all'altra i nostri ginocchi si toccano.
Nazim Hikmet
Ogni cosa, ogni idea, ogni persona assente fa parte di un mondo che non c’è più : il mondo della nostalgia, quello strano posto dove riponiamo tutto ciò che è andato, che andrà che non è più con noi, accanto a noi.
L’effettiva potenzialità e essenza di quel qualcosa che non c’è più viene percepita proprio quando ormai fa parte dei nostri ricordi.
Il rimorso è una delle conseguenze più ambite in ambito di assenza, in quanto ci rendiamo conto di voler bene o amare quel qualcuno, di essere legati a quel qualcosa, solo quando l’abbiamo perso.
L’assenza potrebbe essere intesa quindi come un non luogo, una non presenza anche se molto spesso mi piace percepire l’assenza come presenza spessa: presenza perché la nostalgia mi riporta all’assente, densa perché è come se fosse viva in me la sua presenza/assenza che molto spesso fa male.
L’assenza è un potere: quel qualcosa, quel qualcuno non c’è eppure si fa sentire e grida, urla e ti lega.
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